Vedere con l'anima

Per l’uomo religioso indiano credere significa ‘vedere con l’anima’ attraverso le forme materiali ed entrare in contatto con il mondo sostanziale soprannaturale, o mondo sottile. Egli utilizza l’esistenza nel mondo della materia come un’occasione per lo sviluppo del suo sé immanente. Il dono di vedere la luce trascendere la forma è il mezzo più sicuro, secondo la tradizione del Sanatan Dharma, per incontrare la verità. In questo modo la saggezza dell’antica India passò ai rishi, o veggenti. Ancora oggi l’incontro con un saggio, o un illuminato è detto darshan, ‘vedere in un flash il segreto divino’. Si dice ‘mi è caduto il velo dagli occhi’ quando si è avuta un’esperienza eccezionale nella quale si è scorto qualcosa da sempre nascosto e un sentimento irresistibile di timore divino e gioia sconosciuta ti invade. La liberazione interiore che ne deriva porta anche soluzioni a domande e problemi concreti. Le più note esperienze dell’incontro col divino in tutti i tempi fanno testimonianza della potenza e grandezza dell’energia in esse contenuta. Queste esperienze danno impulso e nuova direzione alla vita del credente: l’uomo che vive un’esperienza simile è un ‘segnato’, spesso molto isolato tra i suoi ciechi contemporanei.

da Messaggio dall'Himalaya, Babaji Shiva Mahavatar, di Malti M. Gabriele Wosien

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