M’irrigidii come un baccalà

Una mattina stavo percorrendo il viale che dal tempio Italiano porta alla Kirtan Hall e scorsi il Maestro disteso su uno spesso muretto, vicino all’ingresso al cortile del suo kutir. Era proprio di fronte a me, per cui, accelerando il passo, Gli andai incontro incominciando a parlargli senza nemmeno attendere d’essergli vicino.

Egli si voltò nella mia direzione e, quando Gli fui ad un passo, con un repentino movimento delle mani mi agguantò e, favorito dalla posizione più elevata rispetto alla mia, m’impresse una veloce rotazione di 180 gradi in modo da attirarmi a sé. Non solo: fece penzolare le sue gambe dalle mie spalle, imprigionandomi contro il muro.

M’irrigidii come un baccalà, dopo un po’ mi accorsi che alla mia destra v’erano numerose persone in fila, in attesa d’udienza. Diventai rosso al pensiero della mia irriverenza, ma ormai la figuraccia era fatta e il risultato era quella strana posizione.

Per dare un po’ di sollievo al corpo che fremeva, iniziai a massaggiare lentamente i polpacci del Maestro. Le dita scivolavano sulla pelle liscia e morbida come se fosse stata unta d’olio; man mano che il movimento procedeva, avvertivo uno strano benessere: una sottile vibrazione mi penetrava infondendomi nuova energia. L’impegno non mi pesava, tutt’altro: com’era piacevole massaggiarlo! Più m’impegnavo e lo scambio d’energia, nettamente a mio favore, più m’inebetiva.

Dopo un po’ mi sembrò quasi d’essere ipnotizzato, quando le gambe di Babaji si animarono ed un delicato ma deciso calcio impresso sul fondo schiena mi allontanò da Lui, prima che bruciassi.

Om Aria Calda, Babaji Cosmico Joker, di Giuseppe Libero Mangieri

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